Il parlamento afgano approva l'immunità per chi si è macchiato di crimini di guerra negli ultimi 25 anni
“Per favorire la riconciliazione fra
i vari settori della società, tutte le parti politiche e
belligeranti che sono state coinvolte in un modo o
nell'altro negli ultimi venticinque anni di guerra non saranno
perseguite da punto di vista legale e giudiziario”. Con questa
mozione la
Wolesi Jirga, la camera bassa del parlamento afgano, ha
approvato mercoledì l'immunità per quelli – e sono
tanti – che si sono macchiati di crimini di guerra in Afghanistan
dall'invasione sovietica a oggi. Una mossa che dà da pensare.
Immunità per tutti. Il
provvedimento è passato con la maggioranza assoluta dei voti,
mentre uno sparuto gruppo di deputati ha abbandonato l'aula per
protesta. I critici del provvedimento sottolineano che l'immunità
riguarderà anche personaggi come il mullah Omar e il
comandante Gulbuddin Hekmatyar, uno dei più feroci signori
della guerra afgani fin dai tempi della lotta antisovietica, famoso
per il suo odio nei confronti delle donne che, raccontano, amava
sfregiare con l'acido. Che l'immunità sarà concessa a
pioggia è confermato anche dai parlamentari che l'hanno
voluta, come Mohammad Mohaqiq: “Questa è una legge, e la
legge sarà applicata a tutti gli individui allo stesso modo”.
Critica anche la reazione di Unama, la Missione di assistenza delle
Nazioni Unite in Afghanistan: “La verità è vitale per
la riconciliazione”, si legge in una nota diffusa giovedì,
“nessuno ha il diritto di perdonare i responsabili delle violazioni
dei diritti umani se non le vittime stesse ”.
I criminali assolvono se stessi. La
proposta di legge, si è detto, è uno strumento per
giungere alla riconciliazione di una società lacerata. Ma non
solo. Nel parlamento afgano, infatti, siedono molti
signori della
guerra e leader dei combattenti mujaheddin che, nella lotta contro i
sovietici prima e contro i talebani poi, si sono macchiati delle
peggiori atrocità: prigionieri
giustiziati in massa, villaggi saccheggiati e dati alle fiamme, donne
violentate. Lo stesso Mohammad Mohaqiq, uno dei
legislatori che ha voluto più fortemente questa legge, è
un ex signore della guerra, leader dei combattenti hazara (leggi
l'intervista a Mohammad Mohaqiq del nostro inviato). Nel parlamento afgano, a votare l'immunità,
c'erano anche gli ex funzionari
talebani che nel 2005 hanno abbracciato la causa governativa e si
sono presentati alle elezioni. Oggi
possono tutti tirare un sospiro di sollievo, certi che il
loro passato non verrà mai messo sotto accusa.